My Road to Nowhere
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Alberto Giacometti @ Tate Moden (London, UK) |
"La condizione dell'uomo è una condizione di guerra di ciascuno contro ogni altro." (Hobbes)
Che inizio stravolgente, ingente, pungente, esigente (?)... e tangente. Che dire, bentornati ne L'Angolo di Anto.
Il post di un paio di settimane fa ha suscitato un certo successo da quanto posso vedere su AdSense - che tutti conosciamo, immagino? -. E quindi ho pensato bene di darmi un paio di deadline e di popolare di contenuti questo blog, e scrivere almeno un post ogni due settimane. Ci riuscirò? Boh, vedremo, ma a me piace scrivere.
Siete pronti? Bene, il viaggio inizia, con la consapevolezza che abbiate notato il "a me" e non "a me mi", onde evitare incazzi dai ragazzi cruscazzi - rime forzate, eppur baciate. OK, basta così, non voglio fare il poeta, o essere troppo meta. Non pensiamoci dai.
Vi starete chiedendo quale sia il motivo della citazione a inizio post, e in realtà non lo sapevo nemmeno io fino a qualche minuto fa, ma oggi vorrei parlare un po' della società. Tranquilli, non in modo mieloso o altamente filo-scientifico-psicologico, ma in modo attuale e moderno... cose che noti tutti i giorni ecco. Ovviamente, se non ve lo state chiedendo non si offende nessuno.
Mentre ascolto uno dei grandi album del Re del Pop, Blood on the Dance Floor della buon'anima (Curinghese: "bonanima") di Michael Jackson, pensavo alle cose che si notano in una grande città come Londra durante una o molteplici passeggiate. Però vorrei prima iniziare con una sorta di sommario sulle due settimane appena passate. On y va ! Con tanto di spazio prima della punteggiatura.
Bene, la vita personale procede alla grande, sto per iniziare a studiare per una certificazione Scrum - consigliatissimo da un amico pugliese che ne sa una più del diavolo. Per chi non lo sapesse, Scrum è una tipologia Agile di project management. Sto finalmente suonando il pianoforte di frequente/costantemente e mi cimento con lo studio del giapponese, sebbene a rilento data la difficoltà della lingua.
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Londra ieri sera (London, UK - ma dai?) |
A livello professionale non mi posso lamentare, sono fortunato ad avere opportunità e opzioni che si celano dietro ogni angolo. Oltre ai milioni di consueti giochi da rendere culturalmente accettabili, sto anche lavorando alla produzione di un gioco divertentissimo e super innovativo, che citerò in un qualche post appena dopo il rilascio a livello Europeo. Sarà disponibile gratuitamente... ma, insomma, vedrete. A Ottobre incombe il London Comic Con, quindi anche in quel caso ci sono i consueti preparativi. A Novembre io e un mio collega andremo a Parigi per quasi una settimana a presentare ad una conferenza sui videogiochi, e quindi anche qui ci stiamo attrezzando e preparando per bene. Ah, e domani ho anche un'altra presentazione da preparare per i vertici dell'azienda e riguardante la realtà virtuale, aumentata e mista (dall'inglese: virtual reality, augmented reality, mixed reality).
Anyway, breve sommario... taac! E vai di Renato!
Allora, dicevamo della società e delle relazioni interpersonali. Che dicevamo? Cazzi. Non ho ancora detto nulla praticamente. Inizio dal mio più recente pensiero, sennò qualcuno poi mi ribadisce che sono prolisso.
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Entrata Giacometti @ Tate Modern |
Ieri, innanzitutto ho visitato una esibizione (mostra?) di Alberto Giacometti, un tipo surrealista praticamente, al Tate Modern di Londra - oggi dovrebbe essere l'ultimo giorno, quindi se vi trovate nei pressi di codesta struttura moderna fateci un salto. E niente, più vado a vedere questo tipo di concetti e opere moderne e surrealiste, più mi chiedo.. ma come ***** hanno fatto questi a mettere due cose in croce e a diventare artisti? E come se io domani facessi un po' di mieto spappolato e lo mettessi a una esibizione. Se non sapete cosa intendo per mieto, riguardatevi "Selvaggi". Comunque, qui sotto trovate un paio di foto fatte, come si dice, a "umma umma", che con tutte le sue varianti dialettali significa mantenere un fatto illecito confidenziale fra le persone che ne sono a conoscenza. Praticamente, non si potevano fare foto, ma in molti e di nascosto le facevano.
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Un altro dei suoi disegni (London, UK) |
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Uno dei suoi disegni, boh (London, UK) |
Insomma, prima di tutto è evidente che c'è un problema di fondo in molte delle relazioni moderne. Per esempio, ieri sera tornando a casa, c'era un tipo che parlava con la sua ragazza con toni violenti vicino a un muro, in modo abbastanza losco tanto è vero che io e altre persone ci siamo fermati per assicurarci che fosse tutto apposto. Lui stava messo male, nervosissimo, lei quasi a piangere. Ovviamente non conosco la particolare situazione, ma tra me e me credo che molti aspetti della società ci condizionino subconsciamente, in particolare un eccesso di materialismo, il dislivello della società, e il prendere come esempio, o role model, alcuni personaggi famosi. Direte, "ma cosa dici, che c'entrano l'uno con l'altro!". Certo, magari mi sbaglio o magari sto palesando l'ovvio, ma alla fine è un pensiero personale. Pensate però, la continua esposizione alle vite dei VIP, alle loro vacanze da sogno, alle case maestose in quartieri ricchi, alla crisi, alla recessione - tutte cose sbattute in faccia alla gente comune, che condizionata si fissa sull'apparenza, e sul materialismo, sulle spese pazze, sul "tutto e subito", sull'andare fuori di testa. Calmi.
E questo mi riporta quindi alla conversazione, sempre di fronte a quel caffé al quale accennavo prima. Mi si raccontava di questo party privato di un gruppo di studenti di business dove, essendo un primo party e nessuno conosceva nessuno, un ragazzo - credo sulla trentina - arriva fresco fresco a presentarsi con un "ciao, mi chiamo <inserire nome>, ho tot anni, sono single e sono in cerca". Niente di sbagliato, non sono qui a giudicare, ma quante sono le persone condizionate dallo stress di una società che non vuole vederti "single"? Quante, in aggiunta, sono quelle che magari si ritrovano a stare in una vita di coppia, magari infelice e forzata, solo per una situazione di comodo (e a Londra ce ne sono parecchi, magari incluso me a un certo punto della mia vita) perché così "sono fidanzato" e spunti un casellino tra i "must have" di una checklist Orwelliana? Quanti sono, purtroppo, gli eventi di una tristezza angosciante che accadono ancora oggi, a seguito di una relazione andata a finire male? Con questo voglio riferirmi a brutte cazzate commesse, fino ad arrivare anche al togliersi la vita. Non voglio dire che le relazioni siano tutte sbagliate, badate bene, ma solo che se una cosa non funziona, amen, uno deve provarci certamente! Ma mai oltrepassare il limite... ah, il limite, esiste ancora?
Ecco, non volevo raggiungere questo apice di tristezza nel mio post, ma sono comunque tematiche che, sebbene angoscianti, mi fanno pensare. Alla fine, cogito ergo sum, quindi eccolo qui nel mio post di oggi.
Voglio inserire qui, nel mezzo del nulla però, un qualcosa di positivo e un qualcosa di realista, ma non surrealista - quindi due diverse cose. Primo, questo video registrato nel Parco Nazionale della Sila - del quale accennavo nel mio post precedente - che ho pubblicato di recente su YouTube. Secondo, niente secondo, mi sbagliavo. Il video è forse mirato ad apprezzare una natura che, come si può vedere dai diversi uragani e what not, un giorno si incazzerà di brutto se non cambiamo testa. Incluso me. E questa era la parte realista del "qualcosa", ma non mi dilungo sul climate change questa volta... magari la prossima sì però.
E, prima di chiudere, quanti di voi pensano che quella singola bicicletta che ammira la cupola nell'immagine a fine post sia forse simbolo di una società che guarda verso l'alto, ma che non guarda mai verso il basso e non si accontenta mai?
Chiudo con questa bellissima frase che, nel più e nel meno, mi colpisce sempre.
"La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri." (Oscar Wilde)
Relizzate i vostri di sogni.
"La vita è troppo breve per sprecarla a realizzare i sogni degli altri." (Oscar Wilde)
Relizzate i vostri di sogni.
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Bicicletta con vista St. Paul (London, UK) |
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