Crazy Taxi
Non solo lunga, ma anche grande, anzi, grandissima storia, quella intercorsa tra il mio ultimo post e questo, fatta di avvenimenti entusiasmanti, fanstasmagorici, fantastici, insomma, sto ovviamente esagerando, ma va bene, anzi, va benissimo, esageriamo, anzi, esageriamissimo! Molte sono le voci che si sono sollevate a critica del mio blog, del mancato aggiornamento dello stesso appunto, e oggi, il 27 Dicembre, ho quindi deciso di trovare un po' di spazio nella mia vacanza in famiglia, che come sempre è rilassante, tranquilla e stupenda, di scrivere su qualcosina, buttarci qualche idea, e poi salvare, e chiudere, insomma, le solite cose che mantengono vivo l'animo dell'uomo, lo scrivere è il divertimento dell'intelligenza, così diceva un famoso storico, e sembrerebbe anche vera detta così questa frase, in realtà l'ho scritta di gettito, poi se esiste, non portatemi gli avvocati e tutti quei cavilli del copyright, è Natale e lasciatemi in pace, cazzo. E poi c'è Facebook, al quale ho avuto accesso solo ed esclusivamente per fare un paio di auguri di Natale in generale, e per gli auguri di compleanno a coloro i quali appaiono nella mia home page sotto "compleanni", e poi, in questo momento, vi chiederete, ma che cavolo c'entra questa cosa di Facebook ora? Niente. Ok? Niente, l'ho scritta, rimane in modo digitale sulla rete, pace all'anima sua.
Quindi, le settimane lavorative, primo passaggio dei miei post, sono state iper stressanti, deadlines da rispettare, casini vari, 10 ore al giorno di lavoro, anche nel week end, però per un bel progetto che ahimè non posso dire, ma è bello, poi quando uscirà nei negozi lo scriverò sul blog, tranquilli. Ha nevicato, alla grande in Inghilterra, e per poco ci lasciavano a Londra a me e al mio coinquilino, i due eroi che sono partiti il 24 Dicembre alle 4 del mattino... e qui voglio aprire una parentesi sul tassista. Doveva arrivare alle 4.15... è arrivato alle 4.30 dopo avermi chiamato perché non trovava la casa, e le mie testuali parole al DeK sono state appunto "Iniziamo bene, sai com'è, chi ben comincia è a metà dell'opera." infatti l'Odissea, la scrivo con la lettera maiuscola per non avere problemi col signor Omero, stimatissimo e reverendissimo, inizia proprio da lì.
Arriva di fronte a casa, carichiamo le valigie, DeK dimentica la luce di casa accesa e, gentilmente e coraggiosamente, scende e va a spegnerla, e poi, inizia la chiamata del tassista in una lingua criptata credo, riecheggiante i classici di Bin Ladèn, con l'accento, e di Ocalan, non ho quel segnetto sulla "c" in questa tastiera. Poi, facendo finta di tradurre a fine chiamata, si è giustificato dicendo che stava chiedendo al fratello (addirittura) come si arrivava in aeroporto, la strada più corta. Ah! Come se io non l'avessi capito che in realtà non stava chiedendo informazioni sulla strada più corta, scorciatoia per gli amici, ma bensì... la strada vera e propria per arrivarci, con un DeK che ridendo in modo surreale e non veritiero, accennava ad un "ma qui procediamo abbastanza a rilento, no?", meno male che il tassista non capiva, sennò chiudeva le sicure e ci sequestrava... ovviamente sto esagerando, era un tassista sbadato, tutto qui, pakistano, come il 60% dell'Inghilterra. Fatto sta che siamo arrivati al Terminal 4 di Londra Heathrow, l'aeroporto, con vari commenti per la via, e voglio accennare alla mia accusa nei confronti del DeK riguardante il suo Terminal 5, della British Airways, un'accusa incentrata sul capitalismo innato rappresentato e incarnato dalla persona decariana, ma voglio tralasciare questo punto, anche perché è scoppiata una mini rissa come in Senato tra me e la persona decariana, e per un pelo non abbiamo fatto un incidente sulla M5, che esagerazione, tutto questo non è vero, stavamo parlando invece se prendere un caffé o meno in aeroporto considerando che era prestissimo e che i nostri voli sarebbero partiti tra minimo 1 ora e 30 minuti.
L'arrivo in aeroporto è iniziato male... innanzitutto il tassista che al posto di 15 sterline ce ne ha chieste 18, e lì è iniziata l'erosione del presente culo, pagati dal Dek perché non avevo spiccioli io, ma il bonifico è già stato fatto, il rimborso è quasi realtà oramai. Bene, dicevo, arrivati con le valigie siamo andati verso l'unica porta d'entrata non funzionante, con tanto di sbruffo decariano "eh ma che cazzo!", poi, appena entrati si vedevano dalla "vetrina", nome in codice per chiamare le vetrate dell'aeroporto, persone dormienti per terra, da cui il primo segnale di allarme considerando i precedenti dell'aeroporto a causa della neve... Bene.
Entrati in aeroporto, ho cercato da subito lo sportello di consegna del bagaglio, e la mia ricerca per Alitalia si è fermata al desk F, girando e girando, il caffè avrebbe dovuto essere la meta finale, così intravedo una fila e una folla in stile concerto del primo maggio a Roma, in piazza San Giovanni, vicino a Via Sannio dove fanno quel mercatino tutto particolare. Bene, quella folla era lì per il desk F, il caffè era oramai divenuto un sogno irraggiungibile, tanto è vero che appena vista la fila, il deK, con la "d" minuscola in questo caso, ha subito detto, "beh, ci becchiamo allora, buone vacanze." una frase che racchiudeva in sé quella frustrazione unita alla rassegnazione di una vita senza gioie, come lo sarebbe stato quel caffè di Costa, duplice goduria considerando che in questo periodo mi avrebbero dato il doppio dei punti sulla mia Costa Clubcard, ma si sa, la vita è così.
La fila in aeroporto è stata multiforme, una sorta di metamorfosi, cambiando da fila a fila, tra gente stanca e gente sveglia, io rientravo nella prima categoria perché non avevo preso un buon caffè, e quindi i battiti cardiaci procedevano a rilento. Mi presentai, che bello questo tempo verbale, al desk munito di bagaglio, bagaglio a mano e zaino, i chili della valigia, non calcolati in precedenza perché non ho avuto tempo, segnavano 19.7, e non sono riuscito a trattenere una frase bellissima quale "che culo" con tanto di signorina al desk che ha risposto con un "come scusi?", spiegandole poi dei chili con il sorriso e augurandole prontamente buon natale per sviare l'inchiesta, insomma, ho inserito il clima di felicità per salvarmi la pelle e lo zaino che altrimenti non avrei potuto portare.
Il viaggio da Londra a Milano Linate è stato molto bello, con un individuo pelato seduto nel sedile di fronte al mio che penso abbia avuto problemi di stomaco, molto ben camuffati, perché stava con la ragazza a parlare tutto il tempo, ma stava imbottito di merda in quello stomaco, perché? A volte, altro che turbolenza, c'erano delle ventate di uova marce, e quello dietro di me pensava fossi io, ma in realtà era quello di fronte a me, che tra l'altro faceva finta di aprire l'aria condizionata, che zorro di merda. Era lui, 100%, perché non c'erano più posti di fronte a codesto individuo, a meno che la parete dell'aereo si stesse cagando addosso, e la vedo dura. Insomma, dopo questo viaggio all'insegna della puzza insostenibile, non sto esagerando, faceva schifo, arrivo a Milano Linate, pioveva ma, almeno per me, faceva caldo. L'aeroporto è molto carino, non c'è quasi un cavolo, però ho letto un bel libro e aspettato la coincidenza. Da notare che la coincidenza, a Linate, la si prende uscendo prima e rifacendo i controlli di sicurezza, una mega stronzata che aumentava a dismisura il mio timore di perdita percentuale del mio bagaglio, ma così non è andata.
Arrivato a Lamezia, il pilota diceva che c'erano 20 gradi, ed era così! Almeno finché non è atterrato il sottoscritto, infatti i fulmini e la loro amica pioggia sono arrivati a creare quella atmosfera, come dire, di merda, molto meno del tipo scureggione dell'aereo ovviamente. C'era ad attendermi la mia cara mamma, il mio aereo è infatti atterrato con 31 minuti di ritardo, ma alla fine è andata, così come questo post che termina qui e mi fa rientrare in modalità vacanza. Le foto nel post sono tratte dal finestrino dell'aereo, la prima è il cielo di Londra sopra le nuvole, con tanto di luna, erano le 7 del mattino, la seconda è il cielo di Lamezia (si può intravedere il mare). Mentre invece la foto principale è il mio caffè, meritatamente bevuto, sull'aeromobile di Alitalia, con il colore verde simbolo della mia amata nazione, l'Italia!
Buon Natale a tutti e ci "leggiamo" al prossimo post!
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