Requiem for a Dream


Anno: 2000
 Distribuito da: Artisan Entertainment
 Regia: Darren Aronofsky
 Prodotto da: Eric Watson, Palmer West
 Sceneggiatura: Darren Aronofsky, Hubert Selby Jr.
Con: Ellen Burstyn, Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans
Locations: Stati Uniti d'America


Un giorno, anzi, una quantità innumerevole di giorni, sentii spesso nominare il nome di un film, un certo "Requiem for a Dream", in tutte le salse, ma non avevo ricercato nulla sull'argomento, nemmeno su internet (e dove sennò?).
Così, la settimana scorsa, ho deciso di capire di cosa si trattasse, e mi è subito venuta in aiuto la mitica Wikipedia. L'unica cosa che, sinceramente, sapevo era che uno dei lead actor fosse Jared Leto... e ora che ci penso, ho visto il film proprio perché in una delle sue recenti interviste avevano fatto il nome di questo film, considerandolo un capolavoro, e quindi chiedendo a lui, Jared, perché non faccia più film essendosi dedicato quasi completamente alla sua band, i 30 Seconds To Mars, che sono una band molto creativa e originale, così come la sua performance nel film: E C C E Z I O N A L E..
Comunque, andando al sodo, di cosa parla il film? Bene...

La storia, basata sull'omonimo romanzo di Huber Selby Jr. (sceneggiatore del film) è incentrata sulla dipendenza, quella che ti fa star male, che non ti fa dormire, che ti provoca allucinazioni, dove il vero non è più reale ma irreale, dove un grammo di quella sostanza, che può essere droga o pillola, anche una medicina dietetica, possa causare uno stravolgimento del tutto, di ciò che ci circonda, ed è proprio questo che il film tocca, in maniera esponenziale e cruda, magnifica e allo stesso tempo reale, la condizione di chi se le cerca e di chi, invece, le ha davanti tutti i giorni, a portata di mano e facili facili.

La colonna sonora è anch'essa ripetitiva, forse l'intento del regista Aronofsky era proprio ricreare quella ripetitività in tutto e per tutto, dal drogato Harry (Jared Leto) che vive ogni giorno per procurarsi la sostanza bianca, alla vecchietta Sara (Ellen Burstyn), madre di Harry, che vive da sola dopo la partenza del figlio, e la morte di un marito che amava alla follia, animata dal costante desiderio, o forse dall'unica sua realtà, di andare in televisione. Il desiderio quindi, nel suo significato ultimo, è a mio giudizio la chiave del film, desiderare ciò che non si ha, quel grammo di coca in più o quell'apparire in un programma televisivo. Tutto questo, unito ai contorni, a ciò che circonda la loro vita, come Marion (Jennifer Connelly) e Tyrone (Marlon Wayans) nella combriccola di Harry, e invece le vecchiette del condominio per la povera Ellen.

Le immagini, e più in generale la fotografia, sono semplicemente fantastici, anche grazie all'ausilio delle "sticky cam" e dei vari split screen, senza dimenticare la fantastica e memorabile immagine del molo vista attraverso gli occhi di Jared Leto, nel suo sogno ad occhi aperti, quasi a rappresentare un mondo che non c'è, che non esiste, che non esisterà mai.

Ciò che colpisce è inoltre la struttura del film, divisa in stagioni, non televisive ma bensì quelle dell'anno solare, e così abbiamo (in ordine) l'Estate - l'ascesa -, l'Autunno - il declino - e l'Inverno - la caduta -, tralasciando la stagione primaverile che dovrebbe seguire ma, per decisione del regista, non viene rappresentata. Questo perché la primavera, in generale, è una stagione di rinascita, quella che non c'è per i protagonisti di questa storia autentica e vera, lasciati soli e abbandonati al loro destino, senza via d'uscita da un tunnel che a volte, purtroppo, non ha sbocchi. E la sensazione che il film lascia è proprio questa, sentire (virtualmente) la condizione di chi vive tutto questo ogni giorno, quei tanti drogati, o più semplicemente "dipendenti" da qualcosa, e forse farci capire che non è poi tanto bello il mondo visto sotto una chiave immaginaria, o forse renderci conto che il mondo, quello vero, reale, senza pillole e droga, non fa poi così tanto schifo come molti vogliono farci credere. E vi lascio con una frase, presa direttamente dal film, carica e profonda, recitata magistralmente dall'attrice grazie alla quale è scesa una lacrimuccia, Ellen Burstyn (Sara, la vecchietta), e riguardante la sua "dipendenza" o "desiderio" di andare in tv:

<<È un motivo per alzarmi al mattino. È un motivo per dimagrire, per entrare nel vestito rosso. È un motivo per sorridere, per pensare che il domani sarà bello. Che cos'altro ho, Harry?>>

GIUDIZIO
10/10 - Da vedere

DATI:
Spese per la produzione del film/budget: 4.500.000$
Incasso totale: 7.390.108$

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